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La Psicologia nel trading

Perché abbiamo bisogno di un piano di trading strutturato?

Ogni trader serio ha bisogno di un piano di trading strutturato da seguire per ottenere buoni risultati. Ma prima dobbiamo capire cos’è, com’è fatto e perché ne abbiamo bisogno.

Nella prossima parte della nostra serie dedicata alla psicologia del trading tratta dal nostro corso di psicologia del trading, parleremo del motivo per cui è importante che i trader comprendano come funzionano i mercati e di come questo li aiuterà a creare un piano di trading strutturato. Questo perché rappresenta uno dei pilastri del successo per ogni trader serio, e quindi dobbiamo sapere cos’è, com’è fatto e perché è fondamentale per avere successo.

Perché abbiamo bisogno di struttura?

Chi è nuovo nel trading può aver inizialmente faticato a leggere le informazioni presenti su un grafico, che magari sembrava solo un miscuglio di rettangoli. Dopo un po’ però, si cominciano a identificare tendenze e pattern, cioè si riesce a vedere una struttura nel mercato e a capire cosa sta succedendo. Ma poi bisogna imparare ad approcciare il trading stesso. E questo può essere molto più difficile da affrontare.

Considerando che il forex può essere scambiato virtualmente 24 ore al giorno durante la settimana lavorativa (e anche 24/7 con il Bitcoin), alcuni trader possono tendere a lasciare la piattaforma aperta e a operare in orari che hanno poco senso per loro. Per evitare questo, dobbiamo creare una struttura o cornice personale che ci mantenga focalizzati, coerenti e sotto controllo.

Libertà o struttura?

Il problema è che molti iniziano a fare trading proprio per la visione di libertà e indipendenza, e quindi possono avere difficoltà a rapportarsi con le regole. Ma in realtà, sono proprio le regole e la struttura a supportare concretamente questa libertà nel trading. Infatti, la struttura non serve a limitarci, ma a darci regole chiare. Definiamo quindi un sistema con orari di trading precisi, regole di entrata e uscita e una gestione del rischio rigorosa. Questo significherà rinunciare ad alcune operazioni potenzialmente profittevoli. Ma ci farà anche evitare un numero incalcolabile di operazioni in cui potremmo commettere errori inutili e perdere molti soldi.

Le nostre regole

Un altro vantaggio di questo approccio è che siamo noi stessi a stabilire le regole. Ma per far sì che funzioni, dobbiamo partire da principi validi in generale. Nell’ultima parte abbiamo parlato del metodo SMART per aiutarci nella definizione degli obiettivi. Anche nella definizione delle nostre regole questo principio vale, perché la nostra strategia deve essere specifica e misurabile per avere senso.

Regole vaghe o specifiche

Una strategia come “quando il prezzo si muove velocemente da un supporto o una resistenza, aspetta conferma ed entra con rischio ragionevole” non è né specifica né misurabile, e solleva più domande che risposte.

• Cosa significa “muoversi velocemente”?
• Quali livelli di supporto o resistenza?
• Cos’è la “conferma”?
• Cosa si intende per “rischio ragionevole”?

Al contrario, la strategia condivisa con il nostro coach Michal da uno dei suoi clienti appare chiara, specifica e subito applicabile:

"Usa il grafico H1. Se il prezzo rompe il massimo o minimo della giornata precedente, aspetta la chiusura della candela. Se chiude al di sopra o al di sotto di quel livello, entra con rischio dello 0,5%. Stop Loss sotto o sopra al minimo o massimo della candela H1 che ha fatto la rottura. Il profitto è tre volte la dimensione dello Stop Loss."

In breve, una strategia chiaramente definita lascia poco spazio agli errori e alle decisioni emotive o impulsive. È un approccio che ci fa capire subito se dobbiamo seguirlo o no.

Non dimenticare di gestire l’operazione

A volte i trader hanno una strategia di ingresso ben definita ma dimenticano di gestire le posizioni e le uscite. Può succedere che, quando l’operazione raggiunge il 30% del TP, si sposti lo SL a break-even. Poi il prezzo si gira, chiude la posizione a pareggio e poi riparte nella direzione prevista… ma senza di noi. La volta successiva non si sposterà lo SL, anche se il prezzo è all’80% del TP, e dopo il reversal ci si becca un pieno Stop Loss.

Per evitare questa incertezza e perdite inutili, è bene impostare regole per la gestione della posizione. Un esempio semplice è spostare lo SL a pareggio quando il prezzo raggiunge il 50% del TP. Sì, a volte può succedere che operazioni con alto potenziale finiscano a zero. Ma almeno saremo sereni.

Dalla struttura all’esecuzione

Una volta che abbiamo una struttura e delle regole, dobbiamo assicurarci di seguirle in ogni operazione e di compiere gli stessi passaggi ogni volta. La chiave è definire tutti gli step che portano all’apertura di una posizione. Più saremo specifici, più sarà facile seguirli. Ecco un esempio utilizzabile, ma ognuno dovrebbe creare una lista in base a ciò che funziona meglio per sé.

• Controlla il tuo stato mentale: Come mi sento? Ci sono emozioni che mi distraggono?
• Controlla le notizie: Ci sono eventi che possono influenzare il mercato?
• Controlla i massimi/minimi giornalieri: Segna i livelli del giorno precedente.
• Evidenzia le tue zone: Individua supporti e resistenze.
• Imposta avvisi: Fatti avvisare quando il prezzo entra in zone chiave.
• Definisci SL/TP: Prepara i tuoi livelli di Stop Loss e Take Profit.
• Valuta il rischio: Decidi la dimensione della posizione in base al rischio accettabile.
• Aspetta l’esito dell’operazione: Non intervenire a meno che non sia previsto.
• Scrivi l’operazione nel diario: Registra risultati e decisioni.

Creare una checklist con tutti i passaggi, da poter spuntare, ci aiuterà a mantenere coerenza con il piano.

L’importanza della checklist

Molti trader pensano di non averne più bisogno dopo un certo tempo, perché fanno le cose in automatico. Ma la verità è l’opposto. Il trading è un’attività stressante, che porta a commettere errori. È proprio il controllo regolare della checklist a ridurre lo stress e quindi gli errori. La lista libera la nostra mente, permettendoci di restare concentrati e obiettivi. Una volta creata, dovrebbe diventare parte della routine. Perché la differenza tra un dilettante e un professionista non sta nella conoscenza, ma nella pratica costante.

Trappole psicologiche

Una volta che abbiamo un sistema di trading, sappiamo cosa fare e abbiamo una checklist, resta solo da fare trading e avere successo. Nella realtà, e chiunque abbia mai provato a fare trading lo sa, non è così semplice.

Il mercato è pieno di trappole psicologiche e fare sempre la stessa cosa non è facile. I trader tendono a dubitare anche di ciò che funziona. Iniziano a pensare a cambiamenti, e dopo un po’ il sistema diventa così complesso che non si capisce più nemmeno cosa funzionasse all’inizio.

Attenzione alla dopamina

Questo succede perché il nostro cervello è programmato per rinforzare i comportamenti che portano risultati positivi. Succede nell’apprendimento, ma anche nel trading. Come abbiamo scritto nella parte sulle aspettative, nel trading può capitare che facendo tutto correttamente si perda. Al contrario, facendo un errore si possa guadagnare. E questo è un problema perché queste ricompense irregolari creano un ciclo pericoloso:

• Sappiamo che non dovremmo farlo.
• Abbiamo già visto che non funziona.
• Ma a volte funziona.

Secondo la ricerca scientifica, queste ricompense irregolari aumentano i livelli di dopamina, sostanza legata a motivazione e piacere. Ecco perché il gioco d’azzardo crea dipendenza. Ed è anche il motivo per cui il trading “a tentativi” può generare cattive abitudini profondamente radicate.

Biologicamente parlando, è quasi impossibile sviluppare disciplina nel trading solo attraverso tentativi ed errori – perché il cervello rinforza la percezione di errori che finiscono in guadagno, e al contrario, può percepire il trading disciplinato come un problema se porta a una perdita.

Come costruire la disciplina?

I trader spesso chiedono qualcosa che li renda disciplinati. Il coach Michal risponde loro che ce l’hanno già dentro: la loro forza di volontà. Ma è importante ricordare che la disciplina non si acquisisce da un giorno all’altro. La chiave è smettere di concentrarsi sui risultati e iniziare a focalizzarsi sul processo.

L’unico obiettivo deve essere seguire il sistema. Non guadagnare, non evitare perdite. Solo aderire al sistema con coerenza.

Cosa dobbiamo fare, quindi?

Prima di tutto, dobbiamo chiarire cosa vogliamo seguire con disciplina. L’obiettivo può essere la nostra checklist o il nostro sistema di trading. L’importante è assicurarsi di seguire ogni voce della lista in modo preciso.

Poi è utile creare un sistema di feedback. Alcuni trader scrivono note nel diario, ma spesso è pieno di emozioni e dati contestuali. Meglio un foglio Excel, con la data dell’operazione in una colonna e l’esito nell’altra. A seconda che abbiamo seguito tutti i punti della lista, segniamo il risultato in verde (se sì) o in rosso (se no).

I risultati in sé non contano: i colori rinforzano la percezione del processo rispetto all’esito. Questo strumento semplice ci dà subito una panoramica del nostro comportamento e della nostra disciplina nel trading.

Diciamolo chiaramente – la memoria non è sempre affidabile. Ma un sistema semplice come questo può darci consapevolezza, monitoraggio e visione dei nostri progressi. Più è semplice, più sarà facile seguirlo. Mantienilo semplice. Sii costante. E la disciplina diventerà parte della tua natura. Buon trading!

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