
Analisi tecnica: chi è il padre dell'analisi tecnica moderna?
L’analisi tecnica è uno dei metodi più antichi e controversi per analizzare e prevedere le tendenze di mercato, ma rappresenta uno strumento indispensabile nelle decisioni di trading per la maggior parte dei trader forex. Nell’articolo di oggi ne tratteremo le basi e la storia moderna.
L’analisi tecnica può essere semplicemente descritta in alcuni punti:
-
tutte le informazioni (fondamentali, psicologiche, economiche, politiche) sono incluse nel prezzo. Studiare i bilanci e cercare il valore intrinseco risulta quindi superfluo,
-
a causa del comportamento emotivo degli investitori, che in determinate situazioni si comportano in modo simile e gregario, la storia tende a ripetersi nei mercati. I trader possono quindi individuare schemi e formazioni nei grafici che li aiutano a determinare i futuri movimenti dei prezzi,
-
i prezzi si muovono in trend caratterizzati dal momentum. Quando si forma una tendenza sul mercato, tende a proseguire per un certo tempo,
-
l’analisi tecnica mostra ai trader “cosa” sia il prezzo, non “perché” si trovi in quella posizione. La relazione tra domanda e offerta crea il prezzo e il suo cambiamento.
Oggi l’analisi tecnica è utilizzata soprattutto dai trader forex a breve termine, ma può essere impiegata nel trading di qualsiasi strumento di investimento. È inoltre spesso utilizzata anche dagli investitori fondamentali che desiderano ottenere una diversa prospettiva sul mercato o semplicemente per ottimizzare il timing del proprio investimento.
Storia dell’analisi tecnica
Nell’ultimo articolo della nostra serie abbiamo parlato della storia dei grafici a candele, “scoperti” dal commerciante di riso giapponese Munehisa Homma nel XVIII secolo e oggi alla base dell’analisi tecnica. Tuttavia, possiamo considerare la nascita della cosiddetta Teoria di Dow come l’inizio dell’analisi tecnica moderna. Essa si basa su una serie di articoli di Charles H. Dow, pubblicati sul Wall Street Journal tra il 1900 e il 1902. Dopo la sua morte, le idee di Dow furono ulteriormente sviluppate da William Hamilton, e nel 1922 Robert Rhea le pubblicò in forma unificata, come teoria, in un libro intitolato The Dow Theory.
La Teoria di Dow
Dow partì dal mercato azionario, che considerava un barometro dell’intera economia. Secondo la sua visione, le azioni tendevano a muoversi in modo molto simile, quindi mise insieme diversi titoli rappresentativi dell’intero mercato e ne calcolò la media. Ne risultarono due indici: il Dow Jones Rail Average (poi rinominato Dow Jones Transportation Average), che rappresentava il settore ferroviario o dei trasporti, e il Dow Jones Industrial Average, che rappresentava l’industria. Questi indici coprivano i due principali segmenti economici e caratterizzavano fedelmente l’andamento complessivo dell’economia. La teoria di Dow si basa su sei principi fondamentali che chiunque voglia utilizzare l’analisi tecnica dovrebbe conoscere.
Il mercato tiene conto di tutte le informazioni
Tutte le informazioni passate, presenti e future sono già incorporate nel prezzo dell’asset. Queste informazioni includono tutti i fattori fondamentali e psicologici che influenzano domanda e offerta, comprese le emozioni e le conoscenze di tutti i partecipanti al mercato, così come i dati su inflazione, tassi di interesse o notizie sui risultati attesi delle aziende.
Il mercato ha tre trend
La base della Teoria di Dow e dell’analisi tecnica odierna è la ricerca e l’analisi delle tendenze. Sebbene i mercati si muovano effettivamente in trend, non lo fanno in modo lineare ma attraverso vari segmenti più brevi con massimi e minimi locali. In un trend rialzista, ogni massimo locale sarà più alto del precedente, e ogni minimo locale sarà più alto del precedente. In un trend ribassista, i massimi e i minimi locali saranno seguiti da ulteriori massimi e minimi a livelli più bassi. Dow definì tre tipi di trend: primario, secondario e minore.
Il trend primario è la tendenza principale e più importante del mercato, che influenza e condiziona i trend secondari e minori. Può durare da un anno a diversi anni e, indipendentemente dalla durata, è valido fino a quando non si conferma un’inversione.
Il trend secondario si muove in direzione opposta al trend primario e agisce come correzione. In un trend primario rialzista, il secondario sarà ribassista, e viceversa. La durata tipica di un trend secondario varia da tre settimane a tre mesi, e la correzione che genera ha di solito un’ampiezza compresa tra un terzo e due terzi del trend primario.
Un trend minore è una correzione di un trend secondario e ha di solito una durata inferiore a tre settimane.
Il trend primario ha tre fasi
Per Dow il trend primario era il più importante, e ciascun trend primario attraversava tre fasi: accumulazione, pubblica e distribuzione.
La fase di accumulazione si verifica alla fine del trend precedente, quando solo gli investitori meglio informati entrano nelle operazioni. Gran parte delle notizie è già riflessa nei prezzi, riducendo la possibilità che il trend prosegua.
Nella fase pubblica, una quota crescente di investitori, compresi quelli tecnici, che scommettono sulla conferma del trend, comincia a entrare e a partecipare.
Nella fase di distribuzione compare sul mercato il grande pubblico, che acquista soprattutto attratto da un trend forte e visibile. Investire sui massimi o sui minimi appare quasi una certezza di profitto per la maggior parte di questi investitori, mentre il primo gruppo, entrato nella fase di accumulazione, inizia a ritirarsi dal mercato.
Gli indici di mercato devono confermarsi a vicenda
Secondo Dow, il trend doveva essere segnalato dagli indici DJIA e DJTA, che fungevano da indicatori dello sviluppo economico. Se l’industria va bene, anche i trasporti devono andare bene, poiché forniscono l’importazione delle materie prime e l’esportazione dei beni finiti. Ancora oggi i trader cercano spesso la confluenza di più fattori prima di entrare sul mercato.
Il trend deve essere confermato dal volume
Secondo Dow, il volume, che rappresentava un indicatore secondario, conferma la forza del trend. Pertanto, nella direzione della tendenza il volume degli scambi dovrebbe aumentare, mentre contro di essa dovrebbe diminuire.
Il trend è valido fino a un chiaro segnale di inversione
Finché il trend è forte, vi è un’alta probabilità che continui nonostante correzioni e “rumore” di mercato. Pertanto, per quanto possibile, è meglio evitare di operare contro il trend, il che porta spesso a perdite inutili.
Sebbene Charles H. Dow abbia applicato le sue idee solo alle azioni e non fosse un analista tecnico nel senso moderno del termine, i suoi concetti sono ancora oggi considerati la base dell’analisi tecnica moderna. Questo nonostante il fatto che investimenti ed economia abbiano subito cambiamenti significativi dalla sua morte.
A proposito di FTMO
FTMO ha sviluppato un Processo di Valutazione in 2 fasi per trovare trader esperti. Una volta completato con successo, si può ottenere un FTMO Account con un saldo fino a $200,000. Come funziona?